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03 nov 2016

Fiat 124 Spider festeggia i suoi primi cinquant’anni

3 novembre 1966 – 3 novembre 2016: l’iconica “scoperta” di casa Fiat compie 50 anni. Dall’esordio a oggi ha attraversato, sempre con eleganza e sportività, decenni cruciali del secolo scorso per arrivare ai giorni nostri. Nel 1966 sognava la California, nel 2015 proprio a Los Angeles si è presentata in una veste evoluta ed emozionante. Oggi il suo stile racchiude la bellezza classica della progenitrice senza tradirne l’essenza, e fa innamorare nuove generazioni di appassionati. In Svizzera la Fiat 124 Spider è disponibile a partire da CHF 27'900.

Fiat 124 Spider festeggia i suoi primi cinquant’anni

3 novembre 1966 - 3 novembre 2016: l'iconica "scoperta" di casa Fiat compie 50 anni. Dall'esordio a oggi ha attraversato, sempre con eleganza e sportività, decenni cruciali del secolo scorso per arrivare ai giorni nostri. Nel 1966 sognava la California, nel 2015 proprio a Los Angeles si è presentata in una veste evoluta ed emozionante. Oggi il suo stile racchiude la bellezza classica della progenitrice senza tradirne l'essenza, e fa innamorare nuove generazioni di appassionati. In Svizzera la Fiat 124 Spider è disponibile a partire da CHF 27'900.

"Il Salone di Torino all'insegna dell'ottimismo": è il 1966 e titoli di questo tenore accompagnano la 48esima edizione della rassegna che anima il Palazzo delle Esposizioni. Il Salone dell'Automobile accoglie il visitatore con uno sfarzo di luci e colori ineguagliabile. Giocano il loro ruolo decisivo le vernici lucenti delle vetture che ripetono all'infinito i bagliori delle mille luci al neon: sono gli anni Sessanta, e un'ondata di euforia attraversa il Paese.

Il contesto

La stretta monetaria del biennio '64-'65 andava allentandosi, e nel 1966 la produzione di automobili in Italia aumentò dell'8%. D'altronde, dall'inizio del decennio, erano stati spesi oltre 650 miliardi di lire per aggiornare e sviluppare gli impianti, e per fare fronte a una domanda che cresceva di anno in anno. Oltre a produrre lavoro, l'automobile era l'indice più sicuro del benessere di un Paese e del suo grado di civiltà. Il desiderio di possederne una diventava sempre più comune e legittimo, mentre permaneva, parallelamente, una tenace mentalità conservatrice che vedeva l'automobile come un bene voluttuario. I fatti hanno superato questa tesi: oggi si può ragionevolmente affermare che l'automobile ha contribuito a unire l'Italia accorciando le distanze, favorendo gli spostamenti, aiutando le persone a conoscersi e a comprendersi. Un mezzo di trasporto che può anche essere accessorio, ma che è quasi sempre uno strumento di lavoro, un biglietto da visita, una molla di ambizioni.

Tra 515 espositori di 13 diversi Paesi, nel secondo padiglione lo stand Fiat si imponeva per la sua ampiezza: un'offerta assai ricca, in grado di intercettare i gusti e le esigenze più disparate, che al Salone di Torino del 1966 si arricchì ulteriormente con tre novità assolute. Il pubblicò poté infatti ammirare la Fiat Dino, in fase di avviamento produttivo, e i modelli che completavano la gamma della 124. Una vettura innovativa, che mostrava uno stile originale, un nuovo concetto di spazio, una tecnica affinata e sicurezza sempre più evoluta. Fiat 124 era il risultato dell'impegno di Fiat di rendere accessibile a moltissimi l'uso di un'automobile veloce, capace di trasportare cinque persone e i loro bagagli con grande comfort.

Al Salone fu presentata la Fiat 124 Familiare, ma quel 3 novembre venne ricordato soprattutto per la Fiat 124 Sport Spider. Quest'ultima rappresentava la migliore evoluzione Fiat nel segmento delle vetture "scoperte" emozionanti ma raggiungibili, che il marchio presidiava dal secondo dopoguerra con la 1100 spider del 1954; la 1200 e la 1500 bialbero del 1958; la 1500 S e la 1600 S del 1961. Con la 124 Sport Spider, Fiat si rivolgeva all'automobilista che desiderava prestazioni brillanti a un prezzo accessibile: una vettura sportiva e di estesa diffusione. Non una semplice vettura, ma un vero e proprio "avvenimento moderno", come lo definiva la stampa dell'epoca.

Moderno perché l'esigenza di mobilità veniva soddisfatta attraverso un prodotto che riusciva a entusiasmare pur mantenendo un prezzo interessante, abbinato a una linea convincente e personale, prestazioni entuasiasmanti, soluzioni tecniche innovative in particolare sotto l'aspetto meccanico. La 124 Sport Spider era sì un'evoluzione della 124 berlina ma era al contempo una vera auto sportiva della quale ben presto tutti si innamorarono. Fiat scelse per quest'auto il design di Pininfarina, partner storico della casa torinese e nome importante e rispettato in tutto il settore automobilistico internazionale.

La 124 Sport Spider del 1966: nasce una leggenda dell'automobilismo mondiale

Il modello riproponeva buona parte della meccanica dalla Fiat 124 berlina ma nasceva fin da subito con alcune ben precise caratteristiche sportive. La firma Pininfarina assicurava eleganza del design e degli interni, e complessivamente la 124 Sport Spider si distingueva per l'alta qualità complessiva delle finiture, degli accessori, dei colori. La vettura era lunga 3,97 m, e la linea esterna risultava moderna, sobria e ben proporzionata. Lo sguardo seguiva la vista laterale grazie al motivo del parafango posteriore che si raccordava, abbassandosi leggermente, a quello anteriore. Il frontale era compatto e piatto, alleggerito grazie all'incavo in cui alloggiavano i due fanali anteriori leggermente retratti.

Originale la presa d'aria, di forma esagonale, ed essenziale il paraurti avvolgente e privo di rostri. La coda era caratterizzata da due pinne lievemente inclinate verso l'alto, a formare una linea concava raccordata con il profilo del bagagliaio. Aveva dunque lo stile e le dimensioni delle espressioni più attraenti del suo tempo: bella tra le belle, ché sullo stand Fiat in quel novembre 1966 era attorniata da Miss Italia e Miss Sorriso, e dall'attrice Marisa Solinas. La capote presentava il lunotto in vinilite e comprendeva anche due cristalli laterali che rientravano contemporaneamente all'abbassarsi della capote.

Le ampie superfici vetrate garantivano visibilità in ogni direzione, i risultati aerodinamici rendevano la vettura adatta alle velocità autostradali e allo stesso tempo alla marcia e alle manovre in città. Il taglio dei finestrini e del parabrezza, i particolari delle maniglie, dei fari, delle luci, i sedili, i colori, tutti risentivano della ricerca dell'utilità e dell'eleganza. Per la carrozzeria erano stati inoltre ben curati gli interni con sedili anatomici, finizioni in legno e una strumentazione ricchissima: cruscotto con tachimetro, manometro elettrico dell'olio, termostato dell'acqua e contagiri elettronico.

Ferma restando la trazione posteriore, a connotare fortemente la versione spider era il motore 124AC.000, un 4 cilindri in linea con alesaggio e corsa, rispettivamente, di 80 e 71,5 mm, per una cilindrata di 1438 cm3. Decisamente brillante, grazie anche alla testata con doppio asse a camme e valvole a V, sviluppava una potenza di 90 CV a 6500 giri/minuto e raggiungeva una velocità massima di 170 km/h. Il carburatore era a doppio corpo verticale, e un sistema di doppio filtraggio dell'olio garantiva una miglior lubrificazione e una maggior durata. Altre caratteristiche facevano del modello una vettura sportiva di fascia alta: cambio a 5 marce di serie, pneumatici radiali e volante a due razze di tipo sportivo. Quest'ultimo era collegato alla scatola guida con un piantone in due tronchi, uniti da giunti cardanici, che garantivano un eccellente assetto di marcia.

L'eleganza delle linee, le buone prestazioni del motore, la stabilità e la sicurezza del modello - che derivava dai 4 freni a disco dal servofreno a depressione e dalla presenza della barra Panhard trasversale per una migliore disposizione dei carichi nelle curve - assicurarono fin dai primi mesi un buon successo commerciale di segmento e di immagine. La 124 Sport Spider costava 1.550.000 lire, circa mezzo milione in più rispetto alla berlina. Con un sovrapprezzo di 65.000 lire erano disponibili i cerchi in lega "Cromodora" e il tettuccio rigido. Della prima serie, sino al 1969, furono prodotti circa 25.000 esemplari.

Pochi ritocchi per l'american dream e il debutto della seconda serie

Nel 1966 i Dik Dik sognavano la California: dal cielo grigio all'aria di libertà di una nuova era sulla West Coast. Intanto, per la buona risposta del mercato, Fiat decise di lavorare all'evoluzione del modello che, nel 1968, sbarcò negli Stati Uniti. Gli americani impazzirono per le proporzioni e lo stile marcatamente italiano della Spider, come pure per la sua capote, che poteva essere abbassata direttamente dal sedile del guidatore con grande rapidità e semplicità. Nell'ottobre del 1969, sempre al Salone dell'Automobile di Torino, debuttò, nell'ambito di un rinnovo complessivo della gamma, la seconda versione vera e propria. Manteneva la trazione posteriore e tutte le tipiche, sportive, sensazioni di guida, sebbene fossero sempre più numerose le vetture che adottavano quella anteriore e che esordivano proprio durante quell'edizione della rassegna.

Poteva montare il tradizionale motore 1.4 oppure un nuovo propulsore 1.6. Sempre a quattro cilindri, con doppio albero a camme in testa, era alimentato da due carburatori doppio corpo verticali: la cilindrata aumentava a 1608 cm3 e le prestazioni erano ancora più brillanti: erogava 110 CV e permetteva di raggiungere una velocità massima di 180 km/h. L'impianto frenante era a circuito indipendente. Esteticamente la vettura presentava una nuova calandra con griglia del radiatore a nido d'ape.

La differenza più evidente era data da due significative carenature di forma ovale, sorta di caratteristiche "gobbe", sul cofano anteriore, destinate a ospitare il maggiore volume del nuovo propulsore. Posteriormente mutavano i gruppi ottici, che includevano la luce della retromarcia. Pneumatici radiali e capote impermeabilizzata arricchivano la dotazione di serie, e, a richiesta, si potevano avere l'hard-top e i cerchi in lega leggera. Sempre nell'ottobre del 1969 Lucio Battisti cantava "Mi ritorni in mente/ bella come sei/ forse ancor di più": non era dedicata alla Fiat 124 Spider, ma avrebbe potuto esserlo. La roadster evolveva rimanendo fedele a se stessa, con la sua linea elegante firmata Pinifarina, continuando a riscuotere successi: tra il 1969 e il 1972 ne furono prodotte circa 27.000 unità.

Gli effervescenti anni Settanta accolgono la terza generazione

I Settanta sono stati anni a tinte forti, densi di cambiamenti a livello culturale e sociale. Anni di libertà e trasgressione, fermenti e spinte innovative. Vennero alla ribalta per la prima volta nuovi temi culturali come la funzione sociale dell'educazione, il rapporto studio-lavoro e la comunicazione creativa, che non hanno mai perso carattere d'attualità. E non si può dimenticare un'estremizzazione della dialettica politica. Lo sviluppo dell'industria automobilistica ondeggiava tra la stagnazione causata della crisi petrolifera e l'impegno per il ritorno alla massima efficienza produttiva e verso la ripresa economica.

La gamma della Fiat 124 si presentava completamente rinnovata, grazie a numerose migliorie meccaniche e di linea che davano ulteriore risalto alle prestazioni, al comfort e all'eleganza dei modelli. Progettata, sin dall'origine, in una prospettiva internazionale, la 124 ha rappresentato una svolta importante nell'evoluzione della produzione Fiat nel settore delle cilindrate medie, e l'inizio degli anni Settanta segnò l'apice del suo successo. Nel 1972, Fiat presentò una nuova generazione della Spider: la linea rimaneva inalterata, ma furono apportate piccole modifiche alla plancia come la cornice degli strumenti nera anziché cromata e l'aggiunta dell'orologio. Le novità più sostanziali riguardavano però il motore, perché la Fiat 124 Sport Spider adottò i propulsori della Fiat 132 sia sulla versione "1600" sia sull'inedita "1800".

Nello specifico, si trattava di motori a quattro cilindri in linea, con due alberi a camme e valvole in testa, alimentati da un carburatore a doppio corpo Weber 34 DMS oppure Solex C34 EIES 5. La cilindrata era di 1592 cm3 per la "1600" e di 1756 cm3 per la "1800", potenze di 108 e 118 CV e velocità di punta di 180 e 185 km/h. Sebbene la tensione sociale di quegli anni penalizzasse i modelli più vistosi, la 124 Sport Spider ebbe un buon successo di pubblico grazie all'inalterata bellezza della sua linea e a un immutato piacere di guida.

Il 1972, poi, passò alla storia anche per i memorabili eventi sportivi che lo caratterizzarono. Eddy Merckx era davvero "il cannibale", tanto da aggiudicarsi il Tour de France e il Giro d'Italia, oltre alla Milano-Sanremo e a firmare il record dell'ora. Mark Spitz stabilì nuovi record mondiali in tutte e sette le gare alle quali partecipò durante le Olimpiadi di Monaco, e gli italiani Mennea e Thoeni furono protagonisti nell'atletica e nello sci, con il record europeo sui 100 metri e la vittoria in Coppa del Mondo nello sci alpino. Nello stesso anno venne lanciata la Fiat 124 Abarth Rally, come base stradale per l'impegno agonistico nel Gruppo 4. Rispetto alla vettura di serie, la Fiat 124 Abarth Rally Gr.4 beneficiò di un motore più potente, di tettuccio e cofano in fibra di vetro e di portiere in alluminio, che consentirono una notevole riduzione del peso complessivo. A seguito di una messa a punto operata dalla Squadra Corse Abarth, la vettura debuttò nella stagione 1972 e proseguì la propria importante carriera sportiva fino al 1975.

La produzione della 124 Sport Spider proseguì poi dal giugno del 1974 sino al 1982 per l'esportazione negli Stati Uniti, Paese in cui la vettura continuava a riscuotere un grande successo. La linea rimase la stessa, l'unica modifica riguardò i paraurti ad assorbimento di energia imposti dalla normativa statunitense, e dal luglio del 1978 il vano motore ospitò un due litri da 87 CV. Nel 1981, Pininfarina espose al Salone di Ginevra un nuovo modello battezzato "Spider Europa", dall'estetica sostanzialmente immutata ma con una grande attenzione rivolta alla sicurezza e al comfort. Sotto il cofano pulsava un quattro cilindri bialbero da 1995 cm3 che sviluppava 105 CV. Il comportamento stradale della vettura era sempre eccellente, mentre i consumi si facevano più parchi. Un'ultima evoluzione nel 1983 con la versione "Volumex" da 136 CV, dotata di compressore volumetrico. Fu pensata soprattutto per il mercato americano e continuò una storia di successo fatta di oltre 200.000 esemplari venduti in tutto il mondo, il 75% dei quali acquistate negli USA.

La nuova 124 Spider ritorna sulle strade del mondo

Gli Stati Uniti sono da sempre nel destino della Fiat 124 Sport Spider: non a caso, lo scorso anno, il Salone dell'Automobile di Los Angeles ha tenuto a battesimo la nuova Fiat 124 Spider. Si colloca nel solco della tradizione della sua leggendaria antenata e sta facendo innamorare una nuova generazione per il suo stile e le sue prestazioni tipicamente italiane. La 124 Spider assicura un'autentica esperienza roadster - ricca di emozione, tecnologia e sicurezza - unita a uno stile tutto italiano, e proprio oggi compie cinquant'anni.

I designer del Centro Stile Fiat hanno concepito una vettura che racchiude in un design evoluto la bellezza classica della progenitrice senza tradirne l'essenza. I tratti del frontale sono decisi ma non aggressivi, con le due leggere bombature del cofano a sottolineare la potenza del motore. La fiancata vanta proporzioni da vera sportiva, grazie all'architettura meccanica - motore longitudinale e trazione posteriore - e all'abitacolo arretrato: il design rende omaggio al passato, proiettandolo nell'attualità.

La nuova Fiat 124 Spider, infatti, s'ispira ad alcune finiture della sua progenitrice del 1966 e le reinterpreta in chiave moderna. Ha una silhouette slanciata e fuori dal tempo, una bella fiancata classica dalle proporzioni perfette, un baricentro basso, l'abitacolo arretrato e il cofano lungo da vera auto sportiva. Un richiamo al modello storico arriva anche dalla griglia superiore e dal motivo della calandra esagonale, dalle classiche "gobbe" sul cofano anteriore e dalle marcate luci posteriori orizzontali. Allo stesso modo, la griglia superiore, esagonale, s'ispira alla forma esclusiva delle prese d'aria anteriori del modello storico, così come il pattern rimanda alla trama "a nido d'ape" della griglia sportiva della leggendaria 124 Spider.

La parte posteriore è caratterizzata da due elementi: la sezione a coda di rondine dei parafanghi posteriori i fanali a sviluppo orizzontale, che riprendono caratteristiche proprie dell'antesignana. La forma dei parafanghi posteriori, la cui superficie superiore confluisce sul cofano baule, dona al retro dell'auto una caratteristica sagoma a V. Gli interni sono progettati e realizzati per garantire il massimo del comfort agli occupanti, a partire dall'impiego di materiali morbidi di alta qualità. È stata studiata a fondo l'ergonomia della vettura per esaltarne l'esperienza di guida anche attraverso una perfetta disposizione di pedali, volante e cambio.

La Fiat 124 Spider è dotata dell'affidabile motore a quattro cilindri turbo MultiAir da 1,4 litri, che eroga 140 CV di potenza (103 kW) e 240 Nm di coppia massima, disponibile da subito, a 2.250 giri/min. Il motore ha mantenuto le proprie peculiarità: quattro cilindri in linea con testata in alluminio, alesaggio di 72 mm e corsa di 84 mm, per una cilindrata totale di 1.368 cm3. La Fiat 124 Spider raggiunge una velocità massima di 215 km/h e accelera da 0 a 100 in 7,5". Al grande dinamismo della vettura contribuiscono la trazione posteriore, una distribuzione dei pesi estremamente bilanciata e il baricentro basso.

Fiat 124 Spider è disponibile sia con cambio manuale a sei marce, con innesti diretti e fluidi, sia con cambio automatico, e vanta sospensioni e sterzo progettati per un'eccellente dinamica di guida. All'avantreno, la nuova 124 Spider utilizza un raffinato schema di sospensioni a quadrilatero, mentre al retrotreno adotta un'architettura multilink per un totale controllo del veicolo in curva. Grazie all'utilizzo di un servocomando elettrico dual pinion, lo sterzo è leggero e reattivo.

Tributo nel tributo, al Salone di Parigi è stata ammirata la nuova serie speciale a tiratura limitata 124 Spider America, disponibile in Italia in soli 124 esemplari numerati: celebra, attraverso un equipaggiamento speciale, l'omonima versione che, negli anni Ottanta, commemorò i cinquant'anni di Pininfarina. Non a caso, la serie speciale riprende la livrea esterna bronzo magnetico che ricorda quel modello. Le calotte degli specchi retrovisori sono di color argento, e gli interni in pelle tabacco.

A richiesta, è possibile dotare la nuova 124 Spider America di cerchi in lega leggera da 17" dal design storico e del portapacchi posteriore. Si tratta di due accessori sviluppati da Mopar che ne sottolineano la personalità vintage. La 124 Spider America, infine, presenta una targhetta celebrativa e numerata interna (124 per il mercato italiano, disponibili da fine anno), e un logo sulla griglia frontale. Su questa versione ha debuttato il cambio automatico sequenziale a sei marce, ordinabile in Italia nel corso del primo trimestre del 2017.

Dal 1966 al 2016, cinquant'anni di un modello leggendario che continua a far sognare attraverso un'evoluzione stilistica e tecnica costante, ma sempre con un occhio a un passato di successo. Crescere per migliorare, e per tagliare nuovi traguardi.


Contatto

Serenella Artioli De Feo
Tel: +41 (0)44 556 22 02
Mob: +41 (0)79 500 58 78
E-mail: serenella.artiolidefeo@fcagroup.com

 

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